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Pour une histoire des sports d'hiver / Zur Geschichte des Wintersports

Actes du colloque de Lugano,
20-21 février 2004
a cura di
Th. Busset, M. Marcacci
204 pp.
Centre International d’étude du sport, Neuchâtel 2006


En regard de l'abondante littérature consacrée à l'histoire des sports, les rayons réservés aux sports d'hiver n'occupent qu'une surface modeste. Pour pallier cette lacune, l'Istituto di storia della Alpi (ISAlp) de l'Università della Svizzera italiana a organisé en février 2004, à Lugano, un colloque réunissant une vingtaine de chercheurs d'Allemagne, d'Autriche, de France, d'Italie et de Suisse en vue d'un échange de connaissances sur la thématique des sports d'hiver dans l'espace alpin. Le présent ouvrage contient une sélection des contributions présentées à cette occasion. Les textes publiés apportent de nombreux éléments nouveaux venant compléter les travaux déjà existants. Vu l'aire géographique traitée, l'ouvrage devrait faciliter la réalisation de futures études comparatives. Avec des contributions de: Fabrizio Bartaletti, Thomas Busset, Yann Drouet, Gerd Falkner, Anneliese Gidl, Marco Marcacci, Rudolf Müllner, Alessandro Pastore, Michel Raspaud, Cordula Seger.


Lugano 1939-1945. Guida ai luoghi, ai personaggi e agli avvenimenti della città e dei suoi dintorni in tempo di guerra

F. Pozzoli, Ch. Luchessa
286 pp., Lugano 2006


Città di uno Stato neutrale, Lugano non ha vissuto direttamente la guerra sul suo territorio: al contrario di Torino, Novara o Grenoble, non ha subito né bombardamenti, né occupazione; eppure, la sua posizione e il ruolo giocato soprattutto dopo l’armistizio italiano dell’8 settembre 1943 giustificano la scelta di dedicarle una guida interamente focalizzata sul periodo della seconda guerra mondiale. L’organizzazione della vita quotidiana in tempo di mobilitazione e razionamenti, l’allestimento di campi d’internamento per i profughi e l’ospitalità offerta ai rifugiati liberati dal controllo militare, lo scambio culturale tra i luganesi ancora chiusi in un Ticino povero e prevalentemente agricolo e i rifugiati italiani provenienti da grandi città e appartenenti al mondo politico culturale del loro Paese, così come l’attività dei servizi d’informazione svizzeri e stranieri insediatisi in città soprattutto dopo l’armistizio italiano, hanno permesso di ricostruire, attraverso i luoghi che ospitarono queste attività, l’ambiente cittadino dell’epoca e la sua storia.


Lo spazio insubrico. Un'identità storica tra percorsi politici e realtà socio-economiche 1500-1900

a cura di
L. Lorenzetti, N. Valsangiacomo
300 pp.
Giampiero Casagrande editore, Lugano 2005
ISBN 88 7795 1478 


L’analisi delle realtà regionali contemporanee è stata per lo più condotta finora su spazi politicamente omogenei. Lo sviluppo dell’Europa delle regioni ha però fatto riemergere una trama di rapporti che trascendono le barriere politico-istituzionali e che sono profondamente radicati nella storia del territorio.
I contributi di questo volume, frutto di un convegno tenutosi all’Università della Svizzera italiana a Lugano nel 2003, affrontano in un’ottica storica le trasformazioni e le molteplici identità di una regione transfrontaliera, quella insubrica, che si è recentemente dotata di una struttura istituzionale. Ne sono scaturiti percorsi di indagine che suggeriscono una rilettura dei rapporti territoriali e delle relazioni tra le componenti politico-istituzionali, socio-economiche e culturali.
Il volume inaugura la sezione ”Studi di Storia Alpina-Studies on Alpine History” promossa dall’Istituto di Storia delle Alpi dell’Università della Svizzera italiana, inserita nella collana ”Dibattiti & Documenti”.


Die Alpen! Zur europäischen Wahrnehmungs-geschichte seit der Renaissance / Les Alpes! Pour une histoire de la perception européenne depuis la Renaissance

a cura di
Jon Mathieu, Simona Boscani Leoni
455 pp.
Peter Lang, Bern 2005


La descrizione della natura e della popolazione alpina dipende in generale dall’immagine che gli autori si fanno di loro stessi e dal contesto sociale in cui sono inseriti. Questo porta a una differenziazione “nazionale” del discorso alpino più grande di quanto non si sia finora considerato. Questo libro tratta la percezione delle Alpi nella storia della cultura europea e integra anche le voci alpine finora poco considerate. Come hanno reagito le popolazioni di montagna ai discorsi sulla montagna e sui montanari fatti da genti di pianura? Si costruivano esse un’identità valorizzando o piuttosto denigrando il lato alpino? Curata da Jon Mathieu e Simona Boscani Leoni, la miscellanea contiene una selezione degli interventi tenuti durante i tre workshops organizzati dall'Istituto di Storia delle Alpi (Università della Svizzera italiana) tra il 2001 e il 2003 e legati al progetto “The Elites and the Mountains” (2001-2005) sostenuto dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica. I testi sono redatti in italiano, francese, tedesco e sono accompagnati da riassunti in inglese.


Wieviel Licht braucht der Mensch, um leben zu können, und wieviel Dunkelheit? / Di quanta luce ha bisogno l'uomo per vivere e di quanta oscurità?

a cura di
Peter Zumthor, Jon Mathieu, Ivan Beer
Hochschulverlag-Editrice compositori, Zürich-Bologna 2005


La notte in molti posti è cambiata parecchio per via della presenza sempre maggiore d’illuminazione artificiale. Sembrerebbe proprio che le parole bibliche “Sia la luce!” siano diventate realtà nel mondo in cui viviamo, non solo di giorno, bensì anche durante le ore notturne. Che aspetto aveva un paesaggio notturno trenta o cinquanta anni fa? E che aspetto avranno fra dieci, venti anni, se continua la notturnalizzazione e l’illuminazione a tappeto? Di quanta luce ha bisogno l’uomo per vivere e di quanta oscurità? Il libro si occupa di queste e altre domande attraverso diversi approcci: Peter Zumthor cerca la dose umana di luce e oscurità nell’architettura e nel mondo figurato con una collana di testi letterari. Ivan Beer ha esaminato il paesaggio notturno e resone possibile l’esperienza. Nel libro viene documentata la passeggiata notturna del 13 agosto 2004. Il punto di vista storico, sociologico e l’osservazione satellitare viene sviluppato da Marco Marcacci, Ruth Hungerbühler, Luca Morici, Stefan Wunderle e Katja Maus. Essi si occupano in modo particolare degli sviluppi nella Svizzera meridionale e nell’arco alpino. Jon Mathieu ricostruisce la nascita del libro a partire da un progetto interdisciplinare del Programma Nazionale di Ricerca 48 “Paesaggi e abitati delle Alpi”.


Il fuoco acceso. Famiglie e migrazioni alpine nell'Italia d'età moderna

Luigi Lorenzetti, Raul Merzario
pp. XII, 194
Donzelli, Roma 2005


Il volume ricostituisce l’intenso fenomeno migratorio che ha caratterizzato le Alpi italiane tra l’epoca moderna e la prima metà dell’Ottocento. Negli ultimi anni, lo studio sulle società alpine ha coinvolto antropologi e demografi non meno che gli storici, svelando i segreti della vita quotidiana in quel microcosmo di frontiera. Si scopre così che il primo ribaltamento sociale prodotto dall’emigrazione degli uomini è il protagonismo delle donne. Il loro lavoro nei campi mantiene in vita quella sorta di economia naturale che si contrappone a quella incentrata sul denaro, inaugurata dagli uomini che, lasciando periodicamente le montagne, imparano a monetizzare il proprio lavoro. Le brevi e saltuarie permanenze a casa degli uomini producono una rivoluzione dei costumi di intere comunità. Inoltre, la terra, da sempre avara e tiranna con l’uomo, si trasforma via via in puro oggetto di scambio per ottenere prestiti in denaro da chi, emigrando, ha per la prima volta la possibilità di accumularlo.