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(Ri)costruire le Alpi? A 100 anni dalla pubblicazione di Die alpine Architektur di Bruno Taut

Laboratorio di storia delle Alpi

Nel 1919 veniva pubblicato il volume di Bruno Taut Die alpine Architektur. Il testo era stato composto durante la Prima guerra mondiale, avendo sullo sfondo gli eccidi di massa e le distruzioni determinate dal conflitto. Ponendosi “al di sopra della mischia”, Taut volgeva il suo sguardo alle montagne e alle loro vette come un campo libero nel quale esprimere le potenzialità costruttive ed edificatorie dell’essere umano all’interno del quale la comunità umana avrebbe potuto riconciliarsi con se stessa.

Da luogo estremo e ostile alla presenza umana le Alpi si sarebbero trasformate nel terreno di gioco architettonico e decorativo di un’umanità finalmente libera di fare di esse una casa del futuro.

Ma le montagne rappresentavano al tempo stesso una sorta di “trampolino verso le stelle” e verso infinite potenzialità di trasformazione e di edificazione.

Die alpine Architektur, nelle intenzioni del suo autore, era teso verso una meta di progresso spirituale prima ancora che architettonico, volto a cancellare l’opposizione archetipica tra basso e alto caratteristica della simbologia alpina, lasciando intatto solo l’alto.

La potenza delle visioni di Taut, rivolte alla modifica radicale dell’ambiente naturale alpino è stata recepita in modi diversi dalla cultura del XX secolo creando ora “imbarazzo” ora contrasto con il solido lavoro del Taut architetto.

A cento anni di distanza il libro pone una serie di problemi che sono di una scala immensa, e interessano numerose tipologie di studiosi. Il convegno (Ri)costruire le Alpi? A 100 anni dalla pubblicazione di Die alpine Architektur di Bruno Taut, che si terrà a Mendrisio, presso l’Accademia di architettura, nelle giornate del 7 e 8 novembre 2019, potrà essere il momento per fare il punto sulla situazione degli studi dedicati a questo interessante intellettuale, architetto e artista e contribuiranno a porre nuove e più stimolanti domande sul suo lavoro, anche su quel “lato oscuro” di esso che appare oggi così evidente.